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Trend del mercato del lavoro 2025-2026: formarsi per cogliere le nuove opportunità

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Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, guidato da forze potenti come la digitalizzazione, l’automazione, l’intelligenza artificiale e le nuove esigenze sociali. Per il biennio 2025-2026, emergono tendenze chiare che ridefiniranno le competenze più richieste e i settori più promettenti. Capire questi trend è fondamentale per chiunque voglia cogliere nuove opportunità, sia che si tratti di un neolaureato, di un professionista che cerca un’evoluzione di carriera o di un’azienda che vuole rimanere competitiva.

Le competenze del futuro: digitali, trasversali e “green”

La digitalizzazione continua a essere il motore principale della trasformazione del lavoro. La domanda di competenze digitali è in costante aumento, spaziando dall’utilizzo di software specifici alla gestione di piattaforme online e all’analisi dei dati. A queste si affianca una crescente richiesta di competenze tecniche specialistiche, in particolare in settori in forte crescita come:

  • Tecnologie dell’informazione e della comunicazione: Sviluppatori software, data scientist, esperti di cybersecurity e ingegneri informatici.
  • Energia rinnovabile e sostenibilità: Ingegneri ambientali, consulenti per la sostenibilità ed esperti di energie rinnovabili.
  • Salute e benessere: Infermieri, assistenti sanitari, nutrizionisti e psicologi.
  • E-commerce e digital marketing: Specialisti di e-commerce, esperti di marketing digitale e content creator.

Parallelamente, l’importanza delle soft skills non è mai stata così alta. Capacità come il problem solving, il pensiero critico, la creatività, l’intelligenza emotiva e la capacità di lavorare in team sono considerate cruciali per affrontare le sfide di un mondo del lavoro sempre più complesso e interconnesso. Inoltre, con la sostenibilità ambientale che diventa una priorità strategica per le aziende, i profili “green” con competenze in ambito di economia circolare e impatto ambientale sono sempre più ricercati.

Il paradosso del “mismatch”: un terzo delle offerte resta scoperta

Nonostante le previsioni di crescita, in Italia si registra un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, noto come “mismatch”. Secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e del Ministero del Lavoro, nel primo trimestre del 2025 circa un terzo delle offerte di lavoro rischia di rimanere vacante. La principale causa non è tanto la mancanza di preparazione dei candidati, quanto piuttosto la difficoltà delle aziende a trovare profili che possiedono le competenze richieste. Questo fenomeno è particolarmente sentito nelle piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana.

L’Italia del 2025: un quadro in movimento, con il Sud protagonista

Le previsioni per l’inizio del 2025 mostrano un mercato del lavoro dinamico, con alcune sorprese a livello geografico. Sebbene il Nord-Ovest rimanga l’area con il maggior numero di assunzioni programmate, è il Mezzogiorno a mostrare il trend di crescita più incoraggiante, con un saldo positivo di oltre 32.000 assunzioni stimate rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa dinamicità si riflette anche nelle grandi città: Napoli si posiziona al terzo posto in Italia per numero di assunzioni programmate e di laureati ricercati, superando persino Torino.

Tuttavia, permangono criticità significative, soprattutto al Sud. I nodi da sciogliere riguardano la qualità del lavoro, le retribuzioni (diminuite in termini reali rispetto al 2008) e la maggiore precarietà dei contratti. Nonostante ciò, il trend di crescita nel Mezzogiorno rappresenta un segnale positivo e un’opportunità di sviluppo da monitorare.

Cosa possono fare le aziende (e i lavoratori) per affrontare il futuro

Per i lavoratori:

In un mercato in rapida evoluzione, l’adattabilità è la chiave. I consigli per rimanere competitivi includono:

  • Investire nella formazione continua: Aggiornare le proprie competenze, in particolare in ambito digitale e tecnologico.
  • Sviluppare le soft skills: Lavorare su capacità comunicative, di problem solving e di lavoro in team.
  • Specializzarsi in un settore specifico: Scegliere un ambito di interesse e approfondirne le conoscenze.
  • Costruire un network professionale: Creare una rete di contatti per rimanere aggiornati sulle opportunità di lavoro.
  • Adattare il curriculum: Evidenziare le competenze più richieste dalle aziende.

Per le aziende:

Le imprese non possono più limitarsi a cercare il candidato perfetto, ma devono diventare competitive nella “talent attraction”. Le priorità aziendali per i prossimi anni includono:

  • Benessere dei dipendenti: Investire nel benessere psicologico per contrastare stress e burnout, fattori che spingono sempre più lavoratori a cambiare impiego.
  • Personalizzazione delle carriere: Offrire percorsi di crescita su misura per migliorare l’engagement e la produttività.
  • Formazione mirata: Sviluppare programmi di upskilling e reskilling per preparare i dipendenti ai cambiamenti tecnologici, in particolare all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
  • Valorizzare la diversità e l’inclusione: Creare un ambiente di lavoro equo e produttivo che rispetti le differenze.
  • Gestire il carico di lavoro: Stabilire aspettative realistiche per i dipendenti.

Formarsi per cogliere le opportunità: il ruolo cruciale della formazione pratica

Il “mismatch” tra domanda e offerta sottolinea l’importanza di percorsi formativi che uniscano teoria e pratica, fornendo competenze concrete e immediatamente spendibili. Settori come il Digital Marketing, le Risorse Umane e le Operations & Supply Chain sono tra quelli con la più alta richiesta di professionisti qualificati. Per chi vuole entrare in questi ambiti, un percorso che si basi su casi reali, simulazioni e l’uso di strumenti operativi può fare la differenza nel trovare il proprio posto nel mondo del lavoro.

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